UGO PELLIS PER I 25 ANNI DI CJASE COCÉL

Il progetto espositivo "Parole, suoni ed immagini: Ugo Pellis, la lingua friulana e ambienti e oggetti di Cjase Cocèl" nasce dalla proposta della prof.ssa Donatella Cozzi, docente dell'Università degli Studi di Udine e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell'ecomuseo, ed è frutto del lavoro meticoloso di alcuni giovani laureati.
Tale mostra si inserisce nel programma delle celebrazioni per il centenario della Società Filologica Friulana e permette un utilizzo inedito dell'Archivio Etnotesti dell'Università degli Studi di Udine.
Ugo Pellis, eccellente glottologo, letterato e fotografo nasce a Fiumicello di Aquileia nel 1882 e muore a Gorizia nel 1943. E' stato presidente della Società Filologica Friulana dal 1920 al 1923 e viene ricordato per il contributo apportato alla realizzazione dell'Atlante Linguistico Italiano, in qualità di ricercatore ed unico raccoglitore all'epoca del materiale scientifico: svolse 730 inchieste dialettologiche in tutto il territorio italiano e scattò circa 7.156 fotografie conservate presso la sede udinese della Società Filologica Friulana.
La grande innovazione nel metodo d'indagine utilizzato da Pellis è quella di usufruire di illustrazioni e disegni, nonché fotografie, con il fine di identificare unicamente le risposte.
Questa innovazione è fondamentale perché permetteva agli informatori domande neutre ed indirette, evitando di porre in italiano il termine dell'oggetto.
Il fine della mostra è quello di far conoscere e valorizzare l'immenso lavoro del linguista friulano Ugo Pellis, unendo alcune tra le sue fotografie scattate tra Colloredo e Fagagna. 
Tale esposizione vuole valorizzare anche gli oggetti custoditi nel Museo, carichi di pratiche e di lingua che vive negli usi.
Il percorso espositivo viene completato da una piccola parte espositiva e divulgativa dedicata al suo lavoro linguistico per la redazione dell'Atlante Linguistico Italiano (diventato poi ASLEF Atlante Storico Linguistico Etnografico Friulano) e da un punto di ascolto di materiali raccolti per l'Archivio Etnotesti sempre relativi alla zona.
L'idea è, per la prima volta, "mettere in mostra la marilenghe", attraverso immagini associate ad ambienti e oggetti e qualche esempio di carta linguistica per l'ascolto di testimonianze utilizzando i canali visivi ed orali.